23/11/2024
In piazza il 17 maggio a Roma per Acqua e beni comuni

C’è una volontà che fa tutt’uno con la recente sentenza 779/2014 del TAR della Lombardia che ha ricondotto il diritto all’acqua alle logiche di mercato e di profitto, ed è quella che subordina lo stesso diritto agli appetiti voraci della proprietà e della rendita fondiaria. E’ quanto si evince dall’art. 5 del c.d. Piano Casa, il quale afferma a chiare lettere che l’occupazione abusiva di un immobile è condizione che preclude la possibilità di accedere a qualsivoglia prestazione contrattuale di servizi (acqua, luce, gas…),  fino al punto di spingersi a sancire la nullità degli atti posti in essere nonostante il divieto. Come a dire, quando è in discussione il “terribile diritto”, da più di due secoli vero pilastro della cultura e dell’ideologia “borghese-capitalistica”, non c’è diritto all’acqua che tenga… Questo, in buona sostanza, il nodo che drammaticamente emerge dal micidiale mix di emergenza sociale, repressione del conflitto e norme. Di più.  La violenta esecuzione degli sgombri (rafforzata dalla negazione all’accesso ai s.p.l.), come risposta alle occupazioni che nel precipitato della crisi  si stanno moltiplicando a macchia di leopardo in tante zone “calde” del paese, dovrebbe sciogliere, se mai  ve ne fosse ancora bisogno, ogni residuo dubbio sulla ineludibilità di un salto di qualità che ormai si impone a tutto quel variegato arcipelago ancora attivo sulla vicenda dell’acqua pubblica. Non si tratta più (o solo) di affermare un, per così dire,  “astratto” se pur sacrosanto diritto all’acqua (così come sancito dalla straordinaria vittoria referendaria di giugno 2011, in termini di gestione pubblica e partecipata del servizio e di fuoriuscita dello stesso da logiche puramente mercantili) ma di declinarlo, qui ed ora, concretamente, nelle lotte sempre più diffuse sui territori contro le mille forme di precarizzazione della vita, le politiche di austerità, i processi di privatizzazione dei beni comuni, le devastazioni ambientali, la subordinazione delle politiche di bilancio ai vincoli del patto di stabilità… Perché, per restare al tema d’apertura,  il blocco di potere che vuole la questione della casa esclusivamente nelle mani del mercato e della rendita non è poi diverso da quello che a quasi tre anni dai referendum continua sistematicamente, pervicacemente (e illegittimamente) a boicottarne l’esito, con l’obiettivo evidente di decretarne la definitiva cancellazione (come la richiamata sentenza del Tar Lombardia conferma). Un salto di qualità, dunque, che a partire dall’analisi e dalla definizione dei nessi tra le diverse vertenze, sappia costruire intrecci e attivare percorsi di mobilitazione comuni. Con questa consapevolezza (ampiamente tematizzata nel corso dalla recente Assemblea Nazionale dell’ 1-2 marzo a Roma e, ancor prima, dall’esperienza del campeggio dell’Amiata la scorsa estate) il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha lanciato per sabato 17 maggio, a Roma, una grande manifestazione nazionale che, a partire dalla difesa e dall’estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali, prefiguri la possibilità di una radicale inversione di rotta e la costruzione di un altro modello sociale e di democrazia. Perché, come si legge nell’Appello, “…non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa”. Un appuntamento, dunque, nient’affatto rituale ma, anzi, reso viepiù urgente dall’accelerazione impressa dall’esecutivo Renzi alle inossidabili politiche di austerità, di nuove privatizzazioni, di ulteriore precarizzazione che, in piena sudditanza coi diktat imposti dalla governance politico-finanziaria dell’U.E., si tradurranno in un surplus di inutili sofferenze e povertà, individuali e sociali. Perché, come la “piazza romana” del 12 aprile ha limpidamente provato, è inaccettabile e folle continuare a criminalizzare il dissenso; è inaccettabile e folle criminalizzare la sofferenza; è inaccettabile che l’uso indiscriminato della forza (pubblica) sia elevato a sistema di gestione dei conflitti sociali! Perché  volontà referendaria e  democrazia non possono più attendere. Perché… è tempo di invertire la rotta,  è tempo di dire basta!

alessandro punzo

Per info e adesioni da Padova: acquabenecomunepd@gmail.com

Di seguito l’Appello del Forum:

BASTA  AUSTERITA’!  BASTA  PRIVATIZZAZIONI!

ACQUA, TERRA, BENI COMUNI, DIRITTI  SOCIALI  E  DEMOCRAZIA

IN ITALIA  E  IN EUROPA

Appello per la costruzione di una manifestazione nazionale il 17 maggio

Una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia è alle porte. Se la straordinaria vittoria referendaria del 2011 ha dimostrato la fine del consenso all’ideologia del “privato è bello”, e se la miriade di conflittualità aperte sulla difesa dei beni comuni e la difesa dei territori suggeriscono la possibilità e l’urgenza di un altro modello sociale, la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l’ideologia del “privato è obbligatorio e ineluttabile”. L’obiettivo è chiaro: consentire all’enorme massa di denaro accumulata sui mercati finanziari di potersi impossessare della ricchezza sociale del Paese, imponendo un modello produttivo contaminante, mercificando i beni comuni e alienando i diritti di tutti. Le conseguenze sono altrettanto chiare: un drammatico impoverimento di ampie fasce della popolazione, sottoposte a perdita del lavoro, del reddito, della possibilità di accesso ai servizi, ai danni ambientali e ai conseguenti impatti sulla salute, con preoccupanti segnali di diffusione di disperazione individuale e sociale. Il Governo Renzi, sostenuto dall’imponente grancassa dei mass-media e in piena continuità con gli esecutivi precedenti, sta accelerando l’approfondimento delle politiche liberiste, rendendo irreversibile, attraverso il decreto Poletti e il Job Act, la precarietà del lavoro e della vita delle persone; continuando a comprimere gli spazi democratici delle comunità costrette a subire gli effetti delle devastazioni ambientali, delle grandi opere, dei grandi eventi e delle speculazione finanziaria e immobiliare; mettendo a rischio, attraverso i tagli alla spesa, il diritto alla salute, alla scuola e all’università, e la conservazione della natura e delle risorse. Dentro questo disegno, viene messa in discussione la stessa democrazia, con una nuova spinta neoautoritaria che toglie rappresentatività alle istituzioni legislative (in particolare la nuova legge elettorale “Italicum”) ed aumenta i poteri del Governo e del Presidente del Consiglio, e con l’attacco alla funzione pubblica e sociale degli enti locali. Tutto ciò in piena sudditanza con i vincoli dell’elite politico-finanziarie che governano l’Unione Europea e che, le politiche di austerità, i vincoli monetaristi imposti dalla BCE, il patto di stabilità, il fiscal compact e l’imminente trattato di libero scambio USA-UE (TTIP), cercano di imporre la fine di qualsivoglia stato sociale e la piena mercificazione dei beni comuni. A tutto questo è giunto il momento di dire basta. In questi anni, dentro le conflittualità aperte in questo paese, sono maturate esperienze di lotta molteplici e variegate ma tutte accomunate da un comune sentire: non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa. Sono esperienze che, mentre producono importantissime resistenze sui temi dell’acqua, dei beni comuni e della difesa del territorio, dell’autodeterminazione alimentare, del diritto all’istruzione, alla salute e all’abitare, del contrasto alla precarietà della vita e alla mercificazione della società, prefigurano la possibilità di una radicale inversione di rotta e la costruzione di un altro modello sociale e di democraziaVogliamo fermare la nuova stagione di privatizzazioni, precarietà e devastazione ambientale. Vogliamo costruire assieme un nuovo futuro. Vogliamo collegarci alle diffuse mobilitazioni europee,  per affermare la difesa dei beni comuni nella dimensione continentale, a partire dal semestre italiano di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Vogliamo costruire un appuntamento collettivo che nasca in ogni territorio dentro momenti di confronto e iniziative reticolari, che, a partire da oggi, mettano in campo reti e associazioni, comitati, movimenti e organizzazioni sociali per arrivare tutte e tutti assieme ad una grande manifestazione nazionale a Roma per sabato 17 Maggio, con partenza da Piazza della Repubblica alle ore 14.00.

Stop privatizzazioni   –  Stop precarietà   –  Stop devastazione ambientale

Per la riappropriazione sociale dell’acqua, dei beni comuni, del territorio

Per la difesa e l’estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali

Stop fiscal compact   –  Stop pareggio di bilancio e patto di stabilità   –  Stop TTIP

Per la riappropriazione delle risorse e della ricchezza sociale

Per la difesa e l’estensione della democrazia