E’ stato necessario un anno e più di lavoro, fatto di volantinaggi, assemblee pubbliche, presidi etc., per portare a conoscenza della cittadinanza quella che il Comitato prov. 2 Si per l’Acqua Bene Comune di Padova ha , fin da subito, battezzato truffa della mancata depurazione delle acque reflue. E ora, finalmente, arrivano gli assegni di rimborso agli utenti!
Questo risultato (per la verità già trapelato sulla stampa cittadina) ma anche aspetti ancora oscuri della vicenda e, soprattutto, i passi futuri che il Comitato intende intraprendere per ampliare la campagna di Obbedienza Civile, suo vero cavallo di battaglia (in programma un’assemblea pubblica mercoledì 29 ottobre alla Sala Polivalente di via Piovese 74), sono stati il nocciolo della conferenza stampa che gli acquaioli padovani hanno tenuto sabato 25 ottobre 2014 accanto alla loro storica fontana di piazza delle Erbe, davanti alla quale, tra bandiere, banchetto, dazibao e pacchi di volantini, faceva bella mostra di sè -a testimonianza dei rimborsi- un coloratissimo assegno, formato “papiro”!
“Grazie alla mobilitazione del nostro Comitato – hanno esordito– siamo non solo riusciti ad ottenere che AcegasApsAmga rimborsasse gli aventi diritto senza necessità di produrre istanza (c.d. rimborso “automatico”); che gli importi rimborsati fossero per 10 anni e non per 5 come avrebbero voluto Ato e gestore e, infine, che ad ogni assegno corrispondesse una distinta con il calcolo delle somme restituite”.
La vicenda -nata dalla sentenza 335/2008 della Corte costituzionale (secondo la quale la tariffa del servizio idrico integrato, come le sue componenti, fognatura e depurazione inclusi, ha natura di corrispettivo e non di tributo) e dal D.M. 30 sett. 2009- chiama pesantemente in causa la multiutility del Nordest dal 2012 incorporata in Hera, perché, legibus solutus, ha continuato negli anni a seguire a riscuotere i canoni fognatura e/o depurazione anche in assenza dei relativi servizi. Così, di rimborsi neppure l’ombra (da decreto, avrebbero dovuto concludersi entro il 30 settembre 2014) nella speranza, é evidente, che nel silenzio fin’anche delle c.d. “istituzioni” tutto finisse in cavalleria! Ma così non é stato.
Quanti sono i rimborsati? Di sicuro migliaia. Dopo una prima pubblicazione degli aventi diritto sul proprio sito web avvenuta solo un anno fa (http://www.gruppo.acegas-aps.it/cms/184/area-padova.html), siamo oggi al terzo aggiornamento -denunciano gli attivisti- ma gli elenchi risultano ancora incompleti, contraddittori e di difficile consultazione, tant’è che ai numeri di contratto corrispondono codici incomprensibili, mentre utenze, per così dire, “carsiche” compaiono e scompaiono, col risultato che molte di esse si vedono ancora addebitare in bolletta fognatura e depurazione. Infine, la scelta di escludere dal rimbsorso “automatico” le utenze non allacciate alla pubblica fognatura (fortemente contestata dal Comitato) é stata rivista alla luce dell’impegno assunto dal gestore e dall’ente di Bacino di recapitare la relativa istanza direttamente all’indirizzo degli interessati.
Chi aveva ancora dubbi sulla tanto millantata efficienza del (gestore) privato é così servito. Ad AcegasApsAmga il Comitato contesta non solo gli inadempimenti di cui sopra ma soprattutto la mancata esecuzione delle opere di fognatura e depurazione, nonostante i canoni illegittimamente introitati in questi anni e gli utili illegittimamente realizzati e distribuiti: “…perché i rimborsi avvengano attingendo dal patrimonio di chi ha, in questa squallida vicenda, responsabilità dirette (gli strapagati amministratori) e non attraverso ulteriori aumenti tariffari”.
Da una truffa all’altra…
La conferenza stampa, come si diceva, é stata per gli acquaioli padovani anche l’occasione per rilanciare la loro storica battaglia contro il gestore AcegasAps e l’AEEGSI (l’Authority dell’energia elettrica e il suo indecente nuovo metodo tariffario che ha reinserito, sotto mentite spoglie, il profitto in tariffa), vale a dire la campagna di Obbedienza Civile (autoriduzione della bolletta dell’acqua della componente di profitto eliminata dal 2° quesito referendario che, dopo gli ultimi incrementi tariffari, ammonta al 21% del fatturato). Che presenta, nelle ragioni di fondo che la animano, forti elementi di contiguità con la truffa della mancata depurazione. Il perché é evidente: la persistenza in bolletta del profitto nonostante e contro la normativa di risulta referendaria, esattamente come la riscossione del canone di depurazione da chi non ha usufruito del servizio (nonostante e contro la normativa in vigore), sono facce della stessa medaglia perché espressione dell’arroganza di chi, ponendosi al di sopra della legge, si sente in diritto di speculare, arricchendosi, sulla pelle di cittadini inermi. Di qui l’urgenza di affiancare all’autoriduzione una campagna per la pubblicizzazione del servizio idrico (scorporo o forme equivalenti) come sancito dal 1° quesito referendario.
Né potevano, ovviamente, mancare riferimenti alla questione che oggi preoccupa di più l’intero Movimento dell’acqua, vale a dire il disegno neo conservatore della compagine di governo che, in barba ai referendum, intende definitivamente consegnare al grande capitale finanziario tutto il comparto dei servizi pubblici locali, acqua in primis, naturalmente (prima vittima, come si ricorderà, la sentenza 779 del Tar Lombardia), soprattutto per le sue ricadute sul piano locale. Così, in perfetta sintonia con l’imponente mole di privatizzazioni, fusioni etc. annunciati nella ineunda legge di stabilità, AcegasApsAmga prova a chiudere ancora una volta, la partita referendaria, stornando dagli importi rimborsati ai truffati della mancata depurazione tutte le quote di autoriduzione pregresse. Scontata la reazione del Comitato: “le detrarremo puntualmente dalla prossima bolletta; la nostra battaglia continua, perchè… si scrive acqua, si legge democrazia!”
Ma, intanto, godiamoci questa vittoria.
alessandro punzo