C’è una volontà che fa tutt’uno con la recente sentenza 779/2014 del TAR della Lombardia che ha ricondotto il diritto all’acqua alle logiche di mercato e di profitto, ed è quella che subordina lo stesso diritto agli appetiti voraci della proprietà e della rendita fondiaria. E’ quanto si evince dall’art. 5 del c.d. Piano Casa, il quale afferma a chiare lettere che l’occupazione abusiva di un immobile è condizione che preclude la possibilità di accedere a qualsivoglia prestazione contrattuale di servizi (acqua, luce, gas…), fino al punto di spingersi a sancire la nullità degli atti posti in essere nonostante il divieto. Come a dire, quando è in discussione il “terribile diritto”, da più di due secoli vero pilastro della cultura e dell’ideologia “borghese-capitalistica”, non c’è diritto all’acqua che tenga… Questo, in buona sostanza, il nodo che drammaticamente emerge dal micidiale mix di emergenza sociale, repressione del conflitto e norme. Di più. La violenta esecuzione degli sgombri (rafforzata dalla negazione all’accesso ai s.p.l.), come risposta alle occupazioni che nel precipitato della crisi si stanno moltiplicando a macchia di leopardo in tante zone “calde” del paese, dovrebbe sciogliere, se mai ve ne fosse ancora bisogno, ogni residuo dubbio sulla ineludibilità di un salto di qualità che ormai si impone a tutto quel variegato arcipelago ancora attivo sulla vicenda dell’acqua pubblica. Non si tratta più (o solo) di affermare un, per così dire, “astratto” se pur sacrosanto diritto all’acqua (così come sancito dalla straordinaria vittoria referendaria di giugno 2011, in termini di gestione pubblica e partecipata del servizio e di fuoriuscita dello stesso da logiche puramente mercantili) ma di declinarlo, qui ed ora, concretamente, nelle lotte sempre più diffuse sui territori contro le mille forme di precarizzazione della vita, le politiche di austerità, i processi di privatizzazione dei beni comuni, le devastazioni ambientali, la subordinazione delle politiche di bilancio ai vincoli del patto di stabilità… Perché, per restare al tema d’apertura, il blocco di potere che vuole la questione della casa esclusivamente nelle mani del mercato e della rendita non è poi diverso da quello che a quasi tre anni dai referendum continua sistematicamente, pervicacemente (e illegittimamente) a boicottarne l’esito, con l’obiettivo evidente di decretarne la definitiva cancellazione (come la richiamata sentenza del Tar Lombardia conferma). Un salto di qualità, dunque, che a partire dall’analisi e dalla definizione dei nessi tra le diverse vertenze, sappia costruire intrecci e attivare percorsi di mobilitazione comuni. Con questa consapevolezza (ampiamente tematizzata nel corso dalla recente Assemblea Nazionale dell’ 1-2 marzo a Roma e, ancor prima, dall’esperienza del campeggio dell’Amiata la scorsa estate) il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha lanciato per sabato 17 maggio, a Roma, una grande manifestazione nazionale che, a partire dalla difesa e dall’estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali, prefiguri la possibilità di una radicale inversione di rotta e la costruzione di un altro modello sociale e di democrazia. Perché, come si legge nell’Appello, “…non vi sarà alcuna uscita dalla crisi che non passi attraverso una mobilitazione sociale diffusa per la riappropriazione sociale dei beni comuni, della gestione dei territori, della ricchezza sociale prodotta, di una nuova democrazia partecipativa”. Un appuntamento, dunque, nient’affatto rituale ma, anzi, reso viepiù urgente dall’accelerazione impressa dall’esecutivo Renzi alle inossidabili politiche di austerità, di nuove privatizzazioni, di ulteriore precarizzazione che, in piena sudditanza coi diktat imposti dalla governance politico-finanziaria dell’U.E., si tradurranno in un surplus di inutili sofferenze e povertà, individuali e sociali. Perché, come la “piazza romana” del 12 aprile ha limpidamente provato, è inaccettabile e folle continuare a criminalizzare il dissenso; è inaccettabile e folle criminalizzare la sofferenza; è inaccettabile che l’uso indiscriminato della forza (pubblica) sia elevato a sistema di gestione dei conflitti sociali! Perché volontà referendaria e democrazia non possono più attendere. Perché… è tempo di invertire la rotta, è tempo di dire basta!
Per info e adesioni da Padova: acquabenecomunepd@gmail.com
Di seguito l’Appello del Forum:
BASTA AUSTERITA’! BASTA PRIVATIZZAZIONI!
ACQUA, TERRA, BENI COMUNI, DIRITTI SOCIALI E DEMOCRAZIA
Appello per la costruzione di una manifestazione nazionale il 17 maggio
Stop privatizzazioni – Stop precarietà – Stop devastazione ambientale
Per la riappropriazione sociale dell’acqua, dei beni comuni, del territorio
Per la difesa e l’estensione dei servizi pubblici e dei diritti sociali
Stop fiscal compact – Stop pareggio di bilancio e patto di stabilità – Stop TTIP
Per la riappropriazione delle risorse e della ricchezza sociale
Per la difesa e l’estensione della democrazia