Siamo quelli che vogliono l’acqua pubblica, quelli che credono che un bene universale fondamentale per la vita non debba essere affidato alle logiche del mercato e del profitto.Quelli che insieme alla più vasta coalizione sociale mai vista in questo paese e a milioni di cittadine e cittadini, hanno vinto i referendum per l’acqua bene comune del 12 e 13 giugno 2011. In Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società. Da diversi anni sono attive nei territori decine di vertenze aperte da cittadini, lavoratori ed anche Amministratori Locali che sono portatrici di un’esigenza comune e condivisa, cioè la necessità di una svolta radicale rispetto alle politiche che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione degli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia. Queste diverse realtà sociali hanno deciso di ritrovarsi per rendere più incisive le reciproche lotte in difesa dell’acqua come bene comune. E’ apparso a tutti chiaro come fosse decisivo far diventare l’acqua una vertenza nazionale, comunemente condivisa e costruita in forma partecipata. Contemporaneamente in Italia il processo di privatizzazione ha subito un’accelerazione con all’approvazione nel novembre 2009 del decreto Ronchi il quale sancisce la totale e definitiva privatizzazione dell’acqua potabile. In questi anni centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta Italia perchè ritengono che le privatizzazioni siano un epilogo da scongiurare, per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, perché la gestione tramite SpA espropria l’acqua potabile dal controllo degli Enti locali e dei cittadini, consegnando al mercato l’acqua con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare. A luglio 2010 una vasta coalizione sociale (vedi il Comitato Promotore) ha presentato tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia, sostenuti da 1.402.035 firme raccolte in meno di tre mesi. Solo 2 di questi sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale e su questi il 12 e 13 giugno 2011 Più di 27 milioni di italiani hanno votato, con un 95% di SI’, esprimendo pienamente la volontà di riportare l’acqua tra i beni comuni. Un risultato costruito dal basso, attraverso una partecipazione di massa e un autofinanziamento basato su un meccanismo di “sottoscrizione con restituzione”, che ha permesso ai cittadini di scommettere su questa vittoria e di vedersi resituire la propria quota una volta che il Comitato Promotore ha ottenuto il rimborso referendario (vedi il sito della campagna). Questo risultato ha reso nuovamente possibile in Italia la gestione del servizio idrico tramite enti di diritto pubblico e, eliminando la possibilità di trarre profitto dall’acqua, estromette di fatto i privati dalla sua gestione, essendo lo scopo sociale delle società per azioni appunto quello di fare profitti. Un risultato così semplice e rivoluzionario ha messo in allarme i poteri forti che, dall’estate 2011, non solo non hanno dato seguito gli esiti referendari approvando la legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico presentata dal Forum nel lontano 2007, ma hanno messo in atto ripetuti tentativi di cancellare quella vittoria. Tentativi tutti falliti, ai quali il Forum, a livello territoriale e nazionale ha risposto con mobilitazioni e campagne. Prima fra queste la campagna di “obbedienza civile”, che attraverso la decurtazione dalla bolletta dell’acqua della quota di “remunerazione del capitale investito”, abrogata dal 2° quesito referendario, punta ad applicare gli esiti referendari dal basso, laddove le istituzioni risultano inadempienti. In questi mesi decine di migliaia sono gli utenti che pagano il giusto, sottraendo la quota di profitto dalla propria bolletta così come sancito dalla volontà popolare. Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua continua a battersi per la ripubblicizzazione in tutto il paese, attraverso delibere di iniziativa popolare, proposte di legge regionali, campagne, iniziative e mobilitazioni oltre ad approfondimenti che hanno portato all’elaborazione delle linee guida per la ripubblicizzazione. E’ chiaro infatti come la crisi dei mercati finanziari metta sempre più a rischio la salvaguardia dei beni comuni, fornendo come unica ricetta la loro svendita. Il Forum, insieme a tutte e tutti coloro che credono in un’alternativa, continua ad elaborare proposte ed iniziative per ripubblicizzare l’acqua e difendere i beni comuni. Perchè non ci basta che la gestione dell’acqua sia pubblica, ma vogliamo che sia partecipata dai cittadini e dai lavoratori, perchè si scrive acqua ma si legge democrazia!
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