INCENERITORE ENI REWIND: UNA BASTONATA DA ISS?
E’ stato reso pubblico solo da pochi giorni il parere dell’Istituto Superiore di Sanità (datato febbraio 2024) sul progetto di inceneritore per fanghi proposto da ENI Rewind a Malcontenta, e il giudizio è pesantemente negativo. Una notizia accolta con molta soddisfazione dai Comitati del Coordinamento No Inceneritore Fusina che ora guardano alla manifestazione del primo giugno con ancora più fiducia, in vista della Conferenza dei Servizi convocata per la fine dello stesso mese.
“Il parere dell’ISS equivale a una vera e propria bastonata per ENI Rewind, una sostanziale bocciatura del suo progetto – affermano alcuni esponenti del Coordinamento – perché di fatto le contestazioni mosse demoliscono la Valutazione di Impatto Sanitario presentata dal proponente e redatta tra gli altri, da quel Dott. Paolo Boffetta, già al centro di varie polemiche in passato per aver “edulcorato” gli effetti negativi di impianti altrettanto pericolosi come ad esempio l’ex-ILVA di Taranto. La battaglia non è ancora vinta, e a questo punto la manifestazione del primo giugno assume ancora più importanza: lanciamo un appello accorato a tutti i cittadini a scendere in piazza insieme a noi, per respingere definitivamente questo nuovo inceneritore, dichiarato pericoloso anche dalla massima autorità sanitaria nazionale”.
Il parere dell’ISS fa rilevare numerose lacune e aspetti critici del progetto che riguardano sia i contenuti che la metodologia. I comitati mettono in evidenza soprattutto il tema PFAS, sul quale ISS si esprime in linea con quanto già riportato nella documentazione del CNR, e in molti studi scientifici a livello internazionale:
Le incertezze, la non efficacia e la pericolosità dell’incenerimento di queste sostanze contenute nei fanghi di depurazione costituiscono elementi di valutazione che non possono essere sottaciuti come invece avviene nella VIS del Dott. Boffetta, In particolare ISS, pure non avendo ricevuto dalla Regione Veneto i documenti del CNR, sottolinea la ristrettezza del set di PFAS considerato in relazione alla vastità della famiglia dei perfluoroalchilici (oltre 10.000 molecole diverse), la mancanza di metodi standard per la loro misurazione nei gas, la totale incertezza su come si comportano i prodotti incombusti (PIC), e la non degradabilità di molti PFAS alla temperatura di progetto.
Ma ISS passa in rassegna molti altri aspetti che lo stesso Coordinamento aveva già segnalato alla Regione Veneto in sede di osservazioni, e che sinteticamente si possono riassumere così:
– I limiti presi a riferimento per i diversi inquinanti corrispondo a quelli del D.lgs 155/2010, ma si tratta di concentrazioni soglia ormai superate perché ai fini della tutela della salute dovrebbero essere considerati i valori molto più restrittivi indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ormai in fase di adozione da parte della UE;
– Non è stato considerato che i livelli di fondo per diversi inquinanti sono già molto critici nell’area veneziana, se non addirittura oltre i limiti come per PM 2.5 e benzo(a)pirene, dunque non è ammissibile l’incremento, anche minimo, di ulteriore inquinamento;
– Manca una valutazione del contributo emissivo della parte di impianto dedicata all’essiccamento dei fanghi prima del loro incenerimento;
– Non è stata fatta una valutazione dell’esposizione delle persone ai diversi inquinanti per ingestione di acqua e alimenti, perché non sono stati considerati gli effetti delle ricadute delle emissioni gassose sulle aree agricole intorno a Porto Marghera;
– La VIS è totalmente carente per quanto riguarda la valutazione degli effetti tossicologici sugli ecosistemi circostanti l’impianto;
– La valutazione degli effetti tossicologici di vari inquinanti sulla salute umana è carente, così come non è stato sottovalutato il rischio derivato dagli effetti cumulativi per esempio delle polveri sottili e ultrasottili o degli Nox. Lacunoso risulta inoltre lo studio epidemiologico.
E in conclusione lo stesso ISS afferma: “…considerando che l’area di localizzazione dell’impianto presenta delle esistenti criticità in riferimento alla qualità ambientale, che non la rendono idonea a supportare ulteriori carichi inquinanti, si ritiene necessario garantire alle comunità locali che nuovi insediamenti non comportino un ulteriore peggioramento ambientale. Pertanto, analizzati i diversi aspetti della proposta progettuale, si suggerisce alla Regione Veneto di chiedere al Proponente di effettuare diversi approfondimenti, come descritti in questa nota, in quanto lo studio di VIS appare carente su numerosi aspetti rilevanti per la tutela della salute”.
La palla passa ora la Comitato Tecnico regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale, e poi alla Regione Veneto e a tutti gli Enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi prevista per il 28 giugno, soprattutto ai Comuni di Venezia e Mira: “A fronte di un parere così negativo dell’ISS, la Regione e i Comuni non dovrebbero avere la minima esitazione nel cassare il progetto di ENI Rewind, anche perché per il proponente non sono più ammesse repliche visto che l’iter procedimentale non prevede la possibilità di ulteriori integrazioni da parte del proponente- attaccano i comitati – . Se qualcuno pensa di fare il contrario, sappia fin da ora che questa volta, oltre ai ricorsi amministrativi, scatteranno anche le denunce penali. Ribadiremo questo messaggio alla manifestazione indetta per l’1 giugno a Mestre”.