In occasione della giornata mondiale dell’acqua un’ampia delegazione del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua sarà a Bruxelles per manifestare, insieme alla Rete Europea, per il diritto all’acqua. Dal 23 al 24 marzo si svolgerà infatti la 4° Conferenza Europea dell’Acqua dalla quale saranno escluse le realtà sociali e gli stessi promotori dell’ICE (European Citizens Initiative) che, nel 2013, ha raccolto oltre 1 milione e ottocentomila firme per proporre alla Commissione Europea un provvedimento legislativo che escluda l’acqua e i servizi igienici dalle “norme del mercato interno” e dalla liberalizzazione.
Ma la “ricorrenza” della Giornata dell’acqua è anche l’occasione per fare il punto sull’acqua in Italia dopo che, a giugno 2011, oltre 26 milioni di italiani hanno votato per portare l’acqua fuori da logiche di profitto e di mercato.
A distanza di quasi 4 anni si può affermare che quella straordinaria vittoria ha segnato un passaggio epocale di rifiuto dei processi di mercificazione dell’acqua e dei beni comuni, oltre ad aver messo un freno alle privatizzazioni, anche grazie all’attenzione dei comitati per l’acqua che non si è mai smorzata. L’attuale Governo, in continuità con quelli precendenti, sta però rilanciando un piano che prevede la messa sul mercato della gestione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali, incentivando aggregazioni e dismissioni delle aziende partecipate dagli Enti Locali.
Con il decreto “Sblocca Italia” e con la legge di stabilità si incentivano infatti processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei quattro colossi multiutilities attuali – A2A, Iren, Hera e Acea – già collocati in Borsa. Il DDL Madia, inoltre, discussione in questi giorni al Senato, se approvato nell’attuale versione, rappresenta un’ulteriore delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione.
A queste direttive politiche si è affiancato in questi anni l’operato dell’AEEGSI, che ha formulato un nuovo metodo tariffario tramite il quale, oltre a reinserire sotto mentite spoglie la remunerazione del capitale investito, consente ai gestori ampi margini di profitto, e che sta comportando ingenti aumenti tariffari.
Solo nel 2013 le tariffe sono infatti cresciute del 7,4% e negli ultimi 10 anni dell’85 %, senza contare l’operazione che ha permesso ai gestori d’inserire nella bolletta idrica conguagli retroattivi fino al 2006. Tutto ciò nonostante che annualmente si registrino utili ingenti che non vengono reinvestiti nel servizio ma in larga parte prelevati dagli azionisti come dividendi: i famosi investimenti quindi non aumentano affatto con la partecipazione dei privati!
In questo quadro l’azione dei comitati per l’acqua non si è affatto fermata: in decine di territori sono in corso vertenze per la ripubblicizzazione, con successi come quello di ABC Napoli, della legge regionale del Lazio, e del percorso avviato a Reggio Emilia. Altrettante vertenze si stanno purtroppo aprendo contro nuovi tentativi di privatizzazione: dalla Sardegna a Bologna, passando per il processo di fusione con il quale si intende consegnare ad Acea la gestione dell’acqua di gran parte del Centro Italia.
A partire dal 2012 il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ha inoltre messo in atto la campagna di obbedienza civile per l’eliminazione dalla bolletta idrica della quota di profitto abrogata dai referendum di giugno 2011 a cui hanno aderito migliaia di cittadini ed è tutt’ora in corso in diversi territori. Sullo stesso tema è stato promosso anche un ricorso al TAR della Lombardia, che ha già emesso una sentenza sulla quale il Forum ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato.
A livello europeo, nel 2012/2013, il Forum ha partecipato all’ECI (European Citizens Initiative) “L’acqua è un diritto umano”, promosso dalla Rete Europea per l’Acqua.
Dall’autunno 2014 il FIMA ha inoltre dovuto fronteggiare un inasprimento nella pratica sui distacchi idrici per morosità, che ha dato origine a campagne di pressione nei confronti di sindaci, gestori e parlamentari ma, soprattutto, ha visto diffondersi in tutta Italia esperienze di resistenza autorganizzata.
Dopo la vittoria referendaria si è anche arricchito il rapporto con altri movimenti e realtà in lotta per i beni comuni e la giustizia ambientale: dalla rete contro lo Sblocca Italia al percorso verso la COP 2015, nella consapevolezza di quanto i temi ambientali e sociali siano profondamente legati.
Infine, in una situazione che vede i movimenti sociali in generale sempre più sotto attacco, anche il Forum dell’acqua si scontra con una logica che intende mettere tutto a profitto: la sede nazionale del Forum, che è stato ed è continuamente attraversato da tantissimi attivisti, è infatti attualmente sotto minaccia di sgombero.
Per difendere questo spazio di democrazia il FIMA ha lanciato un appello: https://www.acquabenecomune.org/petizione-sgombero
Il cammino per il diritto all’acqua pubblica e di qualità è ancora lungo, ma non si arresta!
Roma, 21 Marzo 2015.
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua