Da il Manifesto del 24/09/2011
di Adriana Pollice – NAPOLI
Nasce Abc, il referendum non fa acqua
«Basta Spa per amministrare beni pubblici di interesse collettivo» così ieri il sindaco Luigi de Magistris ha annunciato la trasformazione dell’Arin (la società per azioni, 100% comunale, che gestisce il servizio idrico partenopeo) in Abc Napoli, acronimo per «Acqua bene comune». Approvata la delibera di giunta, entro cinque giorni verrà calendarizzato il passaggio in consiglio e l’iter sarà completo, prima città in Italia a dare seguito alla vittoria referendaria di giugno. Giovedì era stato a Palazzo San Giacomo l’ex primo ministro francese Lionel Jospin, al centro dell’incontro il gemellaggio con Parigi proprio sui temi dei beni comuni e dell’acqua pubblica, materia sulla quale sta lavorando l’assessore al ramo, Alberto Lucarelli, docente di diritto a Napoli e alla Sorbona. È lo stesso assessore a spiegare: «Dalle due città partirà la raccolta di un milione di firme per introdurre la nozione di bene comune nello statuto europeo».
Intanto, Lucarelli traghetta in porto la trasformazione dell’Arin in azienda speciale di diritto pubblico: nel cda a 5 ci saranno 3 tecnici e 2 rappresentanti della cittadinanza attiva. Accanto al consiglio di amministrazione ci sarà il comitato di sorveglianza con poteri di controllo, anche qui troveranno posto i portavoce degli utenti. Niente profitto ma pareggio di bilancio: «Efficienza, economicità e trasparenza questi gli obiettivi, una governance di altissimo profilo» conclude Lucarelli, che il sei ottobre sarà a Parigi a illustrare il Laboratorio Napoli per i beni comuni, per poi rivelare: «I migliori docenti italiani di diritto societario mi hanno offerto il loro aiuto a titolo gratuito per contribuire alla rivoluzione in atto». Nello statuto anche il diritto al minimo vitale garantito per ogni utente e il fondo di solidarietà internazionale, cioè un fondo da destinare agli interventi per garantire l’accesso all’acqua a tutti i paesi, in collaborazione con le ong.
«La nuova società – spiega l’assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo – è uno strumento efficace per tenere basse le tariffe e consentire a tutti l’utilizzo delle risorse idriche. In altri comuni, come a Latina, le bollette sono aumentate fino al 3mila% a fronte di nessun investimento». Gli utili dell’Abc saranno invece reinvestiti per la realizzazione di opere e infrastrutture. La prima novità saranno quattro fontanelle pubbliche di acqua refrigerata (a piazza Municipio, aeroporto, stazione centrale e stazione marittima): «Speriamo che i beverini scoraggino l’utilizzo di bottiglie di minerale – commenta il vicesindaco Tommaso Sodano – Questo, accanto al divieto per i locali pubblici di distribuire bicchieri monouso, abbatterà i rifiuti prodotti».
«È partita la fase conclusiva della ripubblicizzazione – commenta l’avvocato Maurizio Montalto, presidente Legambiente per Napoli – e ne siamo entusiasti. Chiediamo che i consiglieri ricorrano al loro senso di responsabilità e ratifichino in tempi record l’azienda speciale». Positivo anche il giudizio di Alex Zanotelli, tra gli animatori dei referendum: «Ci aspettiamo che il comune convochi i suoi 15 rappresentati per proseguire la battaglia anche nel proprio ambito territoriale. Soprattutto adesso che, sotto la spinta dell’ultima manovra finanziaria, nel casertano si cercano di mettere le basi per una futura privatizzazione. La vittoria ai referendum sembra aver avuto un impatto maggiore all’estero che presso amministratori e governo italiani». In quanto alle due sedie nel cda, «Il mio posto è fuori – conclude Zanotelli – tra la gente, seguire quello che fanno le istituzioni, fare pressione perché venga rispettato il mandato popolare».
Intanto, Lucarelli traghetta in porto la trasformazione dell’Arin in azienda speciale di diritto pubblico: nel cda a 5 ci saranno 3 tecnici e 2 rappresentanti della cittadinanza attiva. Accanto al consiglio di amministrazione ci sarà il comitato di sorveglianza con poteri di controllo, anche qui troveranno posto i portavoce degli utenti. Niente profitto ma pareggio di bilancio: «Efficienza, economicità e trasparenza questi gli obiettivi, una governance di altissimo profilo» conclude Lucarelli, che il sei ottobre sarà a Parigi a illustrare il Laboratorio Napoli per i beni comuni, per poi rivelare: «I migliori docenti italiani di diritto societario mi hanno offerto il loro aiuto a titolo gratuito per contribuire alla rivoluzione in atto». Nello statuto anche il diritto al minimo vitale garantito per ogni utente e il fondo di solidarietà internazionale, cioè un fondo da destinare agli interventi per garantire l’accesso all’acqua a tutti i paesi, in collaborazione con le ong.
«La nuova società – spiega l’assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo – è uno strumento efficace per tenere basse le tariffe e consentire a tutti l’utilizzo delle risorse idriche. In altri comuni, come a Latina, le bollette sono aumentate fino al 3mila% a fronte di nessun investimento». Gli utili dell’Abc saranno invece reinvestiti per la realizzazione di opere e infrastrutture. La prima novità saranno quattro fontanelle pubbliche di acqua refrigerata (a piazza Municipio, aeroporto, stazione centrale e stazione marittima): «Speriamo che i beverini scoraggino l’utilizzo di bottiglie di minerale – commenta il vicesindaco Tommaso Sodano – Questo, accanto al divieto per i locali pubblici di distribuire bicchieri monouso, abbatterà i rifiuti prodotti».
«È partita la fase conclusiva della ripubblicizzazione – commenta l’avvocato Maurizio Montalto, presidente Legambiente per Napoli – e ne siamo entusiasti. Chiediamo che i consiglieri ricorrano al loro senso di responsabilità e ratifichino in tempi record l’azienda speciale». Positivo anche il giudizio di Alex Zanotelli, tra gli animatori dei referendum: «Ci aspettiamo che il comune convochi i suoi 15 rappresentati per proseguire la battaglia anche nel proprio ambito territoriale. Soprattutto adesso che, sotto la spinta dell’ultima manovra finanziaria, nel casertano si cercano di mettere le basi per una futura privatizzazione. La vittoria ai referendum sembra aver avuto un impatto maggiore all’estero che presso amministratori e governo italiani». In quanto alle due sedie nel cda, «Il mio posto è fuori – conclude Zanotelli – tra la gente, seguire quello che fanno le istituzioni, fare pressione perché venga rispettato il mandato popolare».
Nota della Redazione del sito: Ripubblicizzare si può, bisogna stimolare i nostri sindaci perché ci pensino seriamente (qualcuno ha detto Zanonato?)