Due dispacci stampa sull’articolo del 21 marzo del quotidiano della Santa Sede:
ACQUA: OSSERVATORE ROMANO, NO A PRIVATIZZAZIONE
Città del Vaticano, 21 mar. (Adnkronos) – L’ Osservatore romano di oggi dedica un lungo articolo alla prossima Giornata mondiale dell’Acqua che si celebra il 22 marzo. Ricordando che le Nazioni Unite hanno già definito l’accesso all’acqua come diritto umano fondamentale, il giornale della Santa Sede rileva quindi che si tratta di un bene che non può essere privatizzato e cita anche il prossimo referendum contro la gestione privata delle risorse idriche si svolgerà in Italia il 12 giugno. «Se è vero che spesso per i poveri non è tanto la scarsità d’acqua in sè a portare sofferenza – si legge sull’Osservatore romano – ma l’impossibilità economica di accedervi, allora esiste, come ha ricordato il 24 febbraio il vescovo Mario Toso, segretario Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intervenendo alla conferenza internazionale di Greenaccord a Roma, ‘un serio problema di indirizzo etico, perchè, ha aggiunto rilanciando le parole del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, l’acqua — diritto universale e inalienabile — è un bene troppo prezioso per obbedire solo alle ragioni del mercato e per essere gestita con un criterio esclusivamente economico e privatistico». «Il suo valore di scambio o prezzo – viene rilevato – non può essere fissato secondo le comuni regole della domanda e dell’offerta, ovvero secondo la logica del profitto. Che è però quanto in più parti del mondo accade o si rischia in caso di privatizzazione, fino a giungere al paradosso che vede i poveri pagare molto più dei ricchi per quello che dovrebbe essere un diritto naturale». (segue) (Fpe/Col/Adnkronos) 21-MAR-11 17:13 NNN
FINE DISPACCIO
ACQUA: OSSERVATORE ROMANO, NO A PRIVATIZZAZIONE (2)
«La via maestra – spiega l’Osservatore romano – è quella indicata da Benedetto XVI nel messaggio in occasione dell’Esposizione internazionale su ‘Acqua e sviluppo sostenibilè svoltasi a Saragozza (Spagna) nel luglio del 2008: l’uso dell’acqua ‘deve essere razionale e solidale, frutto di un’equilibrata sinergia fra il settore pubblico e quello privatò. Ed è ciò che oggi la società civile chiede anche in alcuni Paesi occidentali, come l’Italia, dove presto si voterà un referendum che chiede di evitare di intraprendere la strada verso la privatizzazione dell’acqua». Un referendum «che ha visto impegnate anche alcune realtà ecclesiali nel comitato promotore, segno dell’attenzione del mondo cattolico verso un tema delicato e cruciale». L’Osservatore romano spiega anche che «negli ultimi decenni, visto il tasso di crescita della popolazione, il servizio idrico ha incontrato difficoltà per la cronica mancanza di investimenti e interventi di manutenzione degli impianti. Ciò ha fatto sì che un numero sempre crescente di Paesi abbia affidato la gestione del servizio a società private». «Il risultato – prosegue il quotidiano della Santa Sede – è che il finanziamento degli investimenti decisi contrattualmente fra governi e gestori ha portato generalmente consistenti aumenti delle tariffe. Aumenti che hanno determinato in diversi Paesi poveri una forte conflittualità fra Stato, aziende private e società civile, a dimostrazione di come nessun diritto fondamentale riesca ad affermarsi senza conflitto sociale. Non solo. Gli esperti delle Nazioni Unite continuano a ritenere che, se le cose non cambieranno, con il passare del tempo sempre più conflitti verranno combattuti per l’acqua. E saranno guerre tra poveri, come la storia insegna». (Fpe/Col/Adnkronos) 21-MAR-11 17:16 NNN
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